Ordine

Presentazione dell’Ente

L’Ordine professionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha, nel nostro Ordinamento, figura di Ente Pubblico, ovvero di ente ausiliario dello Stato di natura non economica.
L’Ordine realizza una duplice tutela:
  • quella dei cittadini,
    cui garantisce che gli esercenti la professione siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge ed  operino secondo le norme della deontologia;
  • quella dei medici,
    nei confronti di comportamenti sleali da parte dei colleghi e favorendo il miglioramento della qualità della professione.

L’Ordine è un Ente :

necessario, perché  svolge attività amministrativa nell’ambito di una potestà conferita con legge;

locale, perché ha sfera di competenza provinciale;

obbligatorio, in quanto la mancata iscrizione si configura come esercizio abusivo della professione; 

autonomo, perché autoregolamentato; 

associativo, in quanto formato dall’insieme degli iscritti che provvedono con l’autofinanziamento alla completa copertura delle spese; 

democratico, in quanto prevede la costituzione degli organi mediante libere elezioni cui partecipano tutti gli iscritti.

L’iscrizione all’Albo costituisce requisito ineludibile per l’esercizio della professione, una volta conseguita la laurea e l’abilitazione e salvo il possesso degli altri requisiti amministrativi.
La mancata iscrizione, di conseguenza, vieta l’esercizio della professione che diviene ipso facto abusivo. 

L’iscrizione all’Albo assume la natura giuridica di atto di accertamento costitutivo erga omnes, con cui si acquisisce e si perfeziona la qualifica professionale di medico chirurgo e/o odontoiatra. 

In tal modo si confermano le competenze tecniche, garantite dallo Stato con il rilascio del diploma di laurea e di quello di abilitazione.

L’iscritto è obbligato all’osservanza di regole comportamentali (Deontologia professionale), autonomamente elaborate dall’Organo della professione e raccolte in un Codice che statuisce gli speciali doveri propri del professionista.

Afferma la Corte Costituzionale (sentenza n. 110 del 12 luglio 1967): 

“per il fatto dell’appartenenza all’Ordine si crea un vincolo tra iscritto e gruppo professionale che impone comportamenti conformi ai fini che  quest’ultimo deve perseguire”. 

Con l’iscrizione il professionista assume, quindi, uno stato di speciale assoggettamento nei confronti dell’Ordine, cui compete sia di vigilare, con potestà sanzionatoria, sul rispetto delle norme contenute nel codice deontologico, sia di certificare il mantenimento delle condizioni giuridiche di esercizio della professione.

Gli obblighi dell’’Ordine:
  • Tenuta e pubblicazione degli Albi professionali.
    Tale obbligo ha sia una funzione interna alla professione, per inquadrare i medici nell’Ordine; sia natura pubblicistica, in quanto garantisce alla comunità che Coloro ai quali ci si rivolge per ottenere prestazioni mediche sono in possesso della preparazione medica necessaria.

  • Vigilare sul decoro e l’indipendenza dell’Ordine.
    Tale funzione è massimamente espressiva dell’autonomia conferita dall’ordinamento all’organo della professione. 
    La vigilanza dell’Ordine sul comportamento degli iscritti, cioè l’autogoverno della categoria, nasce nei fatti dalla capacità, mostrata dalla classe medica, di elaborare nel corso dei secoli un corpo autonomo di dottrine e di regole comportamentali. 
    Regole formali e informali che consentono l’estensione dell’intervento dell’Ordine anche alla vita privata del professionista, per tutelare sempre e comunque il decoro della categoria.
    Il potere disciplinare, ceduto ora dal Consiglio alle Commissioni, investe a pieno titolo i liberi professionisti e i medici dipendenti e convenzionati col SSN, indipendentemente dalle sanzioni applicabili a norma di contratto, per quanto attiene alle conseguenze sul decoro e sulla dignità della professione derivanti da un comportamento che sia anche deontologicamente illecito.

  • Designare i rappresentanti dell’Ordine presso commissioni, enti o organizzazioni provinciali o comunali.

  • Promuovere e favorire le iniziative intese a facilitare il progresso culturale degli iscritti.
    organizzando corsi di aggiornamento o sedute scientifiche, ed esercitando, sebbene ancora marginalmente, il ruolo, assegnato dai decreti che rendono esecutivi gli accordi collettivi nazionali, di indirizzo nella elaborazione dei programmi e di controllo dell’aggiornamento, previsto come obbligatorio dagli articoli 47 e 48 della Legge n. 833/78

  • Dare il proprio concorso alle autorità locali nello studio e nell’attuazione dei provvedimenti che comunque possono interessare l’Ordine.
    L’ordinamento assicura alla professione una tutela giuridica in forza della quale l’Ordine si qualifica come il solo organismo tecnico abilitato dalla legge a fornire agli organi pubblici suggerimenti e pareri in merito ai problemi di interesse delle professioni rappresentate.

  • Esercitare il potere disciplinare nei confronti degli iscritti agli albi e interporsi nelle controversie tra colleghi o tra sanitari e clienti in materia di spese, di onorari o di altre questioni inerenti l’esercizio professionale.
Questa è in estrema sintesi l’attività dell’Ordine.
Le straordinarie conquiste della scienza medica, l’enorme crescita della domanda di salute, il progressivo dilatarsi dell’intervento pubblico in campo sanitario hanno impresso alla professione medica, nell’ultimo quarantennio, trasformazioni profonde che non hanno eguale nella pur lunga storia della medicina.
La moderna concezione della tutela della salute impone al medico un’attenzione nuova ai problemi della prevenzione del recupero dello stato di benessere fisico e psichico, in una visione d’insieme che, mentre non deve dimenticare l’individuo, deve anche saperne cogliere le inscindibili correlazioni con l’ambiente in cui vive e lavora.
Sotto questo profilo, il medico è chiamato oggi, molto più che in passato, a valutare e a comprendere i molteplici fattori che nell’attuale fase di sviluppo economico e sociale, concorrono a determinare i bisogni sanitari e provocano una impropria “medicalizzazione” dei problemi dei singoli e della collettività, con la tendenza ad addossare al medico sempre nuove responsabilità.
Nella società più progredite, la medicina come professione è d’altronde inserita in sistemi complessi di tutela integrale della salute, nei quali il medico deve quotidianamente confrontarsi con esigenze di natura economica, giuridica, organizzativa che condizionano in maggior o minor misura l’esercizio professionale e possono riflettersi in maniera negativa sull’autonomia del medico e sul rapporto interpersonale con il paziente.
Non v’è dubbio che tali periodi sono tanto più seri e reali quanto più il sistema sanitario assume – com’è via via avvenuto nel nostro Paese – connotazioni marcatamente pubblicistiche, le quali mutano la tradizionale collocazione giuridica e sociale del medico, con il passaggio da una condizione libero-professionale ad una basata su vincoli di natura contrattuale con la struttura pubblica.
Questa nuova dimensione professionale richiede a ciascuno di noi la più alta consapevolezza dei nostri doveri così come dei nostri diritti.
Dobbiamo salvaguardare i valori etici e culturali della professione attraverso un rinnovato impegno di solidarietà nel rapporto con l’assistito, un costante aggiornamento delle nostre conoscenze scientifiche e tecniche, un corretto adempimento degli obblighi che ci derivano dal rapporto con le strutture assistenziali; ma dobbiamo anche difendere la specificità della nostra funzione sociale, la nostra professionalità e i nostri legittimi interessi come singoli e come categoria.
Nell’esercizio della professione, sia il medico, sia l’odontoiatra sono chiamati dunque ad un continuo confronto non solo con i tradizionali problemi etici e deontologici, ma anche con quelli giuridici, sindacali, economici connessi ai molteplici rapporti che devono intrattenere con istituzioni sanitarie pubbliche e private, con altri professionisti, con i propri diretti collaboratori, con l’Ordine professionale, con la Pubblica Amministrazione e così via.
La conoscenza di questi problemi e delle norme che presiedono alla loro corretta soluzione costituisce pertanto un’esigenza imprescindibile nell’espletamento dell’attività professionale, segnatamente di quella svolta nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.
Di tale esigenza si è fatto interprete il Consiglio Direttivo dell’Ordine allorchè ha deciso di fornire anche, attraverso sistemi telematici, agli iscritti uno strumento di consultazione e di documentazione, un ausilio agile e immediato alla soluzione dei piccoli e grandi problemi connessi al quotidiano esercizio della professione.
Mi auguro che questi si rivelino utili soprattutto ai Colleghi più giovani, specie nella difficile fase di avvio all’esercizio della professione.


Il Presidente
Maria Erminia Bottiglieri