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Bianco (Fnomceo), nuovi profili per Ordini professioni sanitarie

Tre proposte ampiamente sovrapponibili, che ci si augura confluiscano in un testo unificato: tra i disegni di legge che ridisegneranno gli Ordini delle professioni sanitarie, uno vede tra i firmatari il presidente della Fncomceo, Amedeo Bianco. Molte le novità. Per quanto riguarda la parte di carattere generale ordinamentale, Bianco ne elenca tre principali: «primo, da organi ausiliari diventano organi sussidiari dello stato; sono istituzioni che operano, innanzitutto, nel campo esclusivo della ricognizione dei titoli e dei requisiti per accedere alla professione; secondo, operano nel campo della promozione della qualità professionale e in questo integrano la loro azione con quella delle istituzioni preposte alla formazione pre e post laurea. Terzo, agiscono a tutela dei valori etici connessi alle attività sanitarie e qui ci riferiamo ovviamente, da una parte alla deontologia professionale e dall’altra alle attività disciplinari a questa connesse». Gli ordini vengono definiti enti pubblici non economici, dotati di autonomia finanziaria, patrimoniale e gestionale; non gravano dunque sul bilancio pubblico, perché sono sostenuti dai contributi degli iscritti e, in via generale, garantiscono gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale: «questo significa – spiega Bianco – che sono istituzioni preposte alla tutela degli interessi degli iscritti, ma solo nella misura in cui queste coincidono con gli interessi pubblici». Anche tutto l’asset organizzativo e gestionale viene rivisto, in particolare nel testo viene prefigurata l’abolizione delle province, laddove la dizione di “ordini provinciali” diventa “ordini territoriali”. Un altro aspetto innovativo riguarda l’attività disciplinare: «è prevista la separazione tra funzione inquirente e giudicante; tutta la parte istruttoria viene definita da commissioni regionali in cui entra a far parte anche un rappresentante designato dal ministero della Salute, mentre la funzione giudicante dev’essere in capo alle commissioni di Albo». In generale siamo di fronte a un’opera di ammodernamento, oltre che delle finalità, anche delle regole di vita quotidiana di queste istituzioni che, ricorda Bianco, «erano costruite su un modello di ordine del 1948, certamente non più funzionali oggi».